Il progetto è promosso da Cesvi - organizzazione umanitaria indipendente fondata nel 1985 a Bergamo, che oggi opera in 28 Paesi del mondo – ed  ha l’obiettivo di contribuire al contrasto dello sfruttamento del lavoro minorile in Kenya, instaurando delle “child labour free zones” (CLFZ) correlate alla creazione di una specifica certificazione.

L’intervento, che coinvolge autorità locali, bambini e istituti educativi e sociali, nonché le aziende stesse, si inserisce nella campagna “Stop Child Labour: School is the best place to work” che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’Italia e l’Europa sul tema dello sfruttamento del lavoro minorile partendo da progetti concreti nel Sud del mondo.

Nel complesso, circa 350.000 persone beneficeranno, direttamente o indirettamente, di questo progetto tra cittadini, famiglie e membri delle comunità.

child labour free zones

Il tema del benessere lavorativo rappresenta uno dei capisaldi delle politiche di gestione delle risorse umane in SEA. Il pacchetto di interventi costituenti il sistema di welfare aziendale integrativo ne è una delle espressioni più evidenti.

L’intento di SEA è di poter contribuire a migliorare le condizioni lavorative anche nei PVS, in un’ottica di cooperazione internazionale e di attivazione di forme di collaborazione con i Paesi del continente africano, che rappresenta una delle aree a maggior potenziale di crescita ed espansione economica nel medio periodo, con inevitabili riflessi anche sull’assetto dei flussi di trasporto e di collegamento per via aerea.

SEA partecipa al progetto in qualità di partner finanziario privato per integrare i fondi assegnati a Cesvi dall’UE, corrispondenti all’80% circa del valore totale del progetto.

Di seguito le principali attività previste dal progetto, che verrà realizzato in 30 mesi, a partire da novembre 2011:

  • Creazione e formazione di 15 Comitati di zona contro il lavoro minorile per prevenzione, monitoraggio, identificazioni di casi, coordinamento di azioni
  • Lobbying presso il locale Ministero del Lavoro per la ratificazione della proposta di una Child Labour Policy
  • Conduzione a vasto raggio di campagne di sensibilizzazione della popolazione sul tema del lavoro minorile
  • Rafforzamento dei sistemi e delle procedure pubbliche di intervento e di riferimento
  • Sostegno diretto a 200 vittime di sfruttamento del lavoro minorile tramite supporto psicosociale e formazione al lavoro
  • Reinserimento in famiglia di 100 minori vittime di sfruttamento e sostegno alle famiglie
  • Creazione, impostazione e lancio di una certificazione di qualità per aziende con marchio “Child Labour Free” (CLFC), con relativo sistema di monitoraggio e controllo