Milano, 19 dicembre 2012 - Distribuiti 550 milioni in 12 anni. La Commissione europea ha adottato in data odierna una decisione che qualifica gli investimenti compiuti da SEA per la ristrutturazione di SEA Handling, la società interamente controllata da SEA che presta servizi di assistenza a terra presso gli aeroporti di Milano Malpensa e Milano Linate, quale aiuto di Stato incompatibile con le regole del mercato interno. Ne deriverebbe l’obbligo per SEA Handling di restituire a SEA gli importi versati. SEA, oltre ad essere sorpresa per una decisione che non tiene in considerazione gli sforzi fatti dal Gruppo SEA per la ristrutturazione della propria controllata, che è tornata in equilibrio nonostante il grave contesto di crisi, ritiene che la decisione sia giuridicamente infondata sotto diversi profili, tra i quali, soprattutto, un’errata ap-plicazione del principio dell’investitore privato, anche con specifico riferimento ai diversi periodi temporali oggetto d’indagine. Basti pensare che, nel corso del periodo 2002-2012, nonostante il risanamento di SEA Handling e il suo temporaneo ripianamento delle perdite, il Gruppo SEA ha sempre registrato un bilancio positivo, distribuendo dividendi ai suoi azionisti per circa € 550 milioni. Ciò significa che, nel caso di specie, non solo non vi sono stati flussi finanziari dagli enti pubblici a SEA per sostenere le misure in favore di SEA Handling, ma anzi è vero il contrario, e cioè che la strategia perseguita da SEA ha permesso alle autorità pubbliche di conseguire importanti benefici. SEA, pertanto, attiverà tutti i rimedi esperibili nel caso di specie, anche in sede giu-risdizionale, al fine di tutelare gli interessi propri, della propria controllata e di tutti i lavoratori che hanno contribuito al rilancio della Società. Infine, è sorprendente che la Commissione abbia concentrato la sua attenzione esclusivamente sul caso di SEA Handling, che peraltro opera in un mercato piena-mente liberalizzato, senza prendere iniziativa alcuna nei confronti di altri operatori europei di servizi di assistenza a terra che si trovano (e si sono trovati) in posizione analoga, ed anzi sicuramente più sospetta, e che peraltro operano in mercati ancora solo parzialmente liberalizzati e quindi in condizioni protette. SEA e i suoi azionisti si riservano di sollecitare l’avvio delle opportune indagini da parte della Commissione, nel principio della corretta e paritaria applicazione del diritto europeo in tutti gli Stati membri.